sabato 14 agosto 2010

Una notte curiosa...

E' notte. Esco dalla palestra aperta 24 ore su 24, servizio offerto in italia solo da distributori di sigarette e profilattici, tanto per non additare due tra le più grandi esigenze del popolo italico.
Ad ogni modo...è notte. L' oscurità come un velo limita le mie capacità visive. L'aria pungente della notte a contatto col sudore sulla mia maglietta mi ricorda la carbonara mangiata poche ore prima, e la conseguente necessità di andare a smaltire il senso di colpa su una cyclette a 6 miglia orarie.
Mi muovo nel buio in cerca della mia auto, i pensieri vagano dalla crisi economica che ha messo in ginocchio il mondo all' ultima canzone di Rino Gaetano...
Un mormorio, un suono, una voce rompono il mio silenzio meditativo.
<I got a hard time...> - <Me la passo proprio male>
Un uomo nero, sulla sessantina, con una dentatura a 9 denti che conferma la fiducia che ripongo nel servizio sanitario pubblico americano, mi si para davanti.
E' vicino, mezzo metro dalla mia faccia, riesco a sentire l' odore di ali di pollo fritte che il buon uomo deve aver mangiato per cena.
<Eeeh...Too bad> - <Eeeh...peccato>
Le mie parole escono veloci, spero che non mostrando alcun interesse io possa evitarmi qualsiasi evoluzione della situazione.
L' uomo mi guarda, i suoi occhi confusi mi ricordano i miei 7 anni, quando per la prima volta vedendo un tampax lo scambiai per un pacchetto di caramelle.
Non soddisfatto della mia risposta ma deciso a seguire il suo piano l' uomo attacca ancora.
<87 cents. That's all i need to get home, man> - <87 centesimi. E' tutto quello che mi serve per arrivare a casa, uomo>
Capisco cosa cerca, ma io non ho soldi, neanche una moneta, se l' avessi gliela darei.
<I'm here just for the gym, i don't have any money with me...> - <Son venuto solo per la palestra, non ho soldi...>
L' uomo mi osserva, nel suo sguardo la delusione di un altro fallimento.
<I see..> - <Capisco..>
L' incontro, sebbene durato poco più di una manciata di secondi, mi lascia una sensazione amara...mi dirigo verso la macchina quando un' ombra alle mie spalle colpisce la mia attenzione.
Senza girarmi cerco di giudicare chi mi sta seguendo, è un uomo bianco, capelli lunghi, in carne, probabilmente è uscito anche lui dalla palestra.
Arrivo alla macchina e inserisco la chiave per aprire la porta.
<Flschmnopstr?>
Mi volto, l' uomo è disastrato, nel guardarlo immediatamente capisco tutto il significato dell' epiteto di "White trash".
Sono bloccato, il bubbone pulsante sul lato destro della sua faccia mi incanta in quello stesso modo meschino e perverso che ha costretto il mondo intero a guardare il tristemente popolare video "2 girls 1 cup".
Riprendo il controllo, mi è stata fatta una domanda e sebbene non ne abbia capito il contenuto so di dover dare una risposta.
<Mmmmh....No..>
L' espressione sul viso dell' uomo si rilassa, evidentemente la mia risposta a caso era azzeccata.
<That's ok, man> - <Va bene, uomo>
Se ne va, rasserenato dallo scambio.
Entro nella macchina e guido fino a casa, il mio pensare rivolto a uno qualsiasi di quei film nonsense che vogliono dire poco se non il significato che gli vuoi attribuire, ma ti sono piaciuti tanto quella prima volta che la seconda volta che li guardi non ci capisci più niente.
Raggiungo il letto, mi infilo sotto le coperte.
Buona notte.

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